Che differenza c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista, psichiatra, neuropsichiatra infantile e neurologo?
Uno dei dubbi più diffusi nelle persone che vivono una condizione di disagio psicologico è legato al tipo di specialista cui rivolgersi: "Mi serve uno psichiatra o uno psicologo?"
Naturalmente non è possibile dare una risposta valida per chiunque, ma può essere d'aiuto spiegare le differenze tra gli specialisti che si occupano di salute mentale.
Psicologo: laureato in psicologia (5 anni) e iscritto all'albo degli psicologi, si occupa di promuovere il benessere della persona intervenendo in situazioni in cui il malessere non è ancora conclamato. Tramite colloqui di supporto può aiutare persone sane che stanno attraversando un periodo di difficoltà o di cambiamento (divorzio, cambiamento lavorativo, scelta del percorso di studi...). Lo psicologo può condurre un accertamento psicodiagnostico e, nel caso in cui venisse diagnosticato un disturbo psichico, inviare il paziente allo specialista più adatto. Lo psicologo non può prescrivere farmaci.
Psicoterapeuta: laureato in psicologia (5 anni) o in medicina (6 anni) che, dopo la laurea, si è specializzato in psicoterapia (altri 4 anni di studi). Oltre a svolgere tutte le funzioni di supporto e sostegno già descritte per lo psicologo, lo psicoterapeuta può intervenire in quei casi in cui nella persona, oltre ad un disagio transitorio, è stata rilevato un disturbo. Lo psicoterapeuta può effettuare una diagnosi (disturbo d'ansia, fobia, depressione...) tramite colloquio clinico o somministrazione di test psicodiagnostici, e impostare una cura adeguata. Il tipo di specializzazione conseguita (cognitivo-comportamentale, sistemico familiare, psicoanalitica...) influenzerà il tipo di terapia condotta. Lo psicoanalista, ad esempio, è uno psicoterapeuta che si è formato nell'utilizzo di un tipo di terapia con certe specifiche caratteristiche, che nella forma più ortodossa sono: elevato numero di sedute settimanali (da 2 a 4) per periodo di tempo molto lungo, utilizzo del lettino, frequente ricorso al silenzio. Lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, invece, si caratterizza per l'intervento maggiormente focalizzato sul sintomo, limitato nel tempo (1 seduta settimanale per un periodo di tempo limitato e concordato a priori), con colloqui vis a vis e il ricorso a esercizi (di rilassamento, di auto-osservazione...), in seduta e a casa. Lo psicoterapeuta, se non medico, non può prescrivere farmaci.
Psichiatra: laureato in medicina (6 anni) e specializzato in psichiatria (4 anni), si occupa prevalentemente dei disturbi mentali gravi dell'adulto (schizofrenia, disturbo bipolare, depressione maggiore...) solitamente tramite l'impostazione di una terapia farmacologica (antidepressiva, ansiolitica, neurolettica...). Nonostante la specializzazione in psichiatria attribuisca il titolo di psicoterapeuta, solitamente lo psichiatra che non ha seguito una formazione specifica in psicoterapia si occupa prevalentemente della farmacoterapia.
Neurologo: laureato in medicina (6 anni) e specializzato in neurologia (5 anni), si occupa prevalentemente di condizioni caratterizzate da disturbi organici (epilessia, disturbi del sonno, emicrania, demenza, sclerosi multipla, dolore cronico...) in cui, cioè, sono meno rilevanti le componenti psicologiche ed emotive rispetto quelle fisiche. Spesso ci si rivolge impropriamente a questo specialista a causa di una difficoltà ad ammettere la propria condizione di malessere psichico, risultando più accettabile il riconoscimento di un disturbo del corpo, piuttosto che della mente.
Neuropsichiatra infantile: laureato in medicina (6 anni) e specializzato in neuropsichiatria infantile (5 anni), si occupa dei disturbi psicologici e psichiatrici dell'età evolutiva (bambino e adolescente) anche caratterizzati da una spiccata componente organica (ritardo mentale, disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, autismo, epilessia...).
Spesso le difficoltà sviluppate dai ragazzi hanno a che vedere con le difficoltà che possono incontrare durante il loro percorso scolastico o universitario, e non hanno direttamente a che fare con una situazione patologica (clicca qui per l’assistenza psicologica agli studenti).
In conclusione...
- Se state attraversando un periodo di disorientamento o di lieve difficoltà, ma vi ritenete una persona fondamentalmente sana (cioè se siete in grado di mantenere buone relazioni sentimentali, familiari, di amicizia, lavorative e di svago), rivolgetevi allo psicologo o allo psicoterapeuta;
- Se il disagio si sta aggravando e sospettate di essere affetti da un disturbo psichico (depressione, ansia, panico, disturbo di personalità borderline...), o se uno specialista vi ha diagnosticato tale disturbo, se credete che il solo farmaco non possa bastare a migliorare la vostra condizione, allora vi serve uno psicoterapeuta;
- Se il vostro disagio è caratterizzato da una spiccata componente organica o da un elevato livello di gravità, non vi sentite disposti ad affrontare un percorso di cambiamento più impegnativo, pensate che un farmaco possa migliorare significativamente la vostra condizione, contattate uno psichiatra (per gli adulti) o un neuropsichiatra infantile (per bambini e adolescenti);
- Se siete affetti da un disturbo del sistema nervoso centrale (sclerosi, epilessia, Parkinson...) rivolgetevi a un neurologo.
Nella maggioranza dei casi, comunque, lo psicoterapeuta e lo psichiatra dovrebbero essere considerate figure complementari e non alternative: la ricerca scientifica ha dimostrato che il trattamento integrato farmacologico e psicoterapeutico, condotto contemporaneamente da due figure distinte, costituisce l'intervento più efficace nella maggior parte dei disturbi psichici.